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I LADRI DI PESARO*

(* modo di dire popolare)


Con tutto il rispetto per i Pesaresi, tenendo conto che si parla di una categoria di persone di poco nobile mestiere. Il detto “essere come i ladri di Pesaro” intrinsecamente significa: “quelli sono come i ladri di Pesaro, di giorno litigano e di notte vanno a rubare insieme”. Ebbene, questo detto popolare rappresenta la fotografia esatta di quello che è successo e sta ancora succedendo nel nostro Paese dall’avvento del governo dei 44 gatti in fila per sei col resto di due; ovvero la micidiale alleanza DC-RETE, vero episodio dirompente nel nostro panorama politico. Subito dopo l’esito elettorale, in un mio scritto misi subito in guardia sulla pericolosità di quel risultato eclatante con una maggioranza superiore ai 40/60 che avrebbe permesso al governo nascente di fare e disfare ogni possibile “terra da ceci”.

Così è stato, nonostante le speranze che un movimento come RETE, un gruppo di duri e puri che mai avremmo voluto vedere a braccetto con mamma DC, aveva, tra il lusco e il brusco, alimentato come l’arrivo di una ventata d’aria fresca. Bisogna fare una doverosa premessa, il male, il vero male della nostra Repubblica si chiama Democrazia Cristiana; con lei al governo questo paese è e sarà sempre destinato a rimanere al palo, ovvero a non decollare mai, destinato a rimanere congelato nella più miserrima mediocrità. Perché la DC è fatta così, destinata al più bieco conservatorismo, ma non nel senso di preservare i valori che ci hanno sempre distinto, infatti ultimamente sono riusciti a sputtanare anche quei valori per noi più importanti come la figura Reggenziale ridotta a volgari esibizionismi che ci hanno resi ridicoli nel mondo, alla perdita della nostra secolare neutralità che ci ha permesso di arrivare ai tempi nostri sempre con una coerente e dignitosa testa alta. La DC è sinonimo di staticità e di governi alla sans façon; per chi si augurava che un governo forte avrebbe finalmente messo in cantiere le famose riforme di cui attendiamo intrepidi un adeguamento al mondo civile, si era sbagliato di grosso, le riforme sono e saranno per la DC sempre l’ultimo dei suoi pensieri, perché andarsi a cercare rogne e perdere consensi scontentando qualcuno? Meglio non muoversi, questa è la filosofia vincente per la DC e perdente per il Paese. Questo RETE lo sapeva? E se non lo sapeva avrebbe dovuto informarsi, perché mettersi fra le calde e accattivanti braccia della DC vuol dire infilarsi tra le fredde spire di un grosso serpente che ti stringe a sè, ma non per proteggerti ma per stritolarti e poi fare di te un solo boccone. Quelli di RETE sono cascati con tutte le scarpe nella trappola delle bugie della DC, forse pensavano di essere capaci di influire e contare qualcosa nel futuro governo; a dire il vero, lo speravamo tutti che i nuovi castigamatti sarebbero riusciti nella “mission impossible”. Non solo non ce l’hanno fatta, ma sono precipitati in un vortice di qualunquismo e perdita di valori di cui si consideravano gli unici depositari per poi trasformarsi, alla luce dei fatti, nei burattini manovrati dalle esperte mani di chi fa della politica il panino dove mettere gli ingenui tutti parole e niente fatti che si considerano dei padreterni. Spero e mi auguro che questa volta gli elettori sammarinesi abbiano imparato la lezione e capito di chi debbono fidarsi e di che pasta erano e sono fatti certi individui. Parlando di persone con responsabilità di governo, a parte Lonfernini e Canti non pervenuti, c’è un protagonista puro della vita politica sempre in polemica con tutti soprattutto con i suoi colleghi di governo che ogni tanto la spara grossa e fa sceneggiate dicendo cose come queste: “ho deciso, alla fine della legislatura, di non ripresentarmi più come candidato alle prossime elezioni”. Sto parlando di Federico Pedini e nessuno l’ha obbligato a fare tale dichiarazione anche se lo scroscio di applausi partito subito dopo questa affermazione avrebbe dovuto fargli capire che era stata presa seriamente, come un impegno da uomo di governo che sa quello che dice e che non si sognerebbe mai di prendere in giro i cittadini sammarinesi su argomenti e impegni personali come quello appena enunciato. Adesso, a qualche mese di distanza da simili fatti, ecco che il sig. Pedini ha dichiarato di aver cominciato a muoversi con intenti propagandistici in vista di possibili crisi di governo ed elezioni più o meno anticipate, sconfessandosi pubblicamente come a dire, ma voi ci avevate creduto? Sinceramente si, lei era stato estremamente convincente nelle sue motivazioni e forse sperava che qualcuno intervenisse a chiederle di rinunciare al suo proposito di abbandonare la politica e il Paese ad un futuro senza di lei. Purtroppo, ciò non è avvenuto e forse vuol dire qualcosa, provi a immaginare cosa; forse alla gente comune non piace il politico che si impegna a fare una cosa e poi non la fa denunciando semmai di preferire un consistente attaccamento alla poltrona.


P.S. – Per chi lamentava il modo di gestire l’informazione attraverso le denunce in Tribunale per diffamazione e ingiuria, ci tenevo, per puro spirito di informazione visto che il denunciante non l’ha fatto, di essere stato querelato dal sig. Severini nel maggio del 2021 presso il Tribunale di San Marino.

Il 7 marzo2022 il Commissario della Legge archiviava il procedimento. Il sig. Severini incaricava quindi il suo avvocato, di ricorrere contro l’archiviazione e in data 22 novembre 2022 il Giudice delle Appellazioni respingeva il ricorso confermando l’archiviazione. L’unico commento che vorrei fare è che io, Augusto Michelotti, in tutta la mia vita spesso al centro di scontri politici e polemici, non mi sono mai sognato di denunciare nessuno, credendo fermamente che spetti a ogni cittadino il diritto di cronaca, di critica, di confronto e di commento di azioni pubbliche compiute in pubblico.


Augusto Michelotti

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